Consiglio comunale di fine anno
Si è svolta ieri sera, 28 dicembre, la seduta di Consiglio Comunale. Tra le voci all’ordine del giorno, la approvazione della deroga al Piano Urbanistico Comunale (PUC) onde consentire la realizzazione, nell’area della ex cava, di RSA e casa albergo, con obbligo di rinaturalizzazione della restante area inedificata. La Maggioranza ha ritenuto la proposta progettuale di notevole interesse, sia perché si risolverebbe la questione atavica, affrontata ma mai risolta dalle precedenti Amministrazioni, della rinaturalizzazione e, quindi, della riqualificazione di una estesa area del nostro territorio, attualmente in stato di degrado, sia per le implicazioni, senza dubbio positive, legate alla realizzazione di un’opera di interesse pubblico, da qualsiasi punto di vista la si esamini.
Bruno Petruzziello
Questo il post che il sindaco di Prata ieri ha pubblicato su Facebook, con tanto di belle foto virtuali dell’opera da realizzare.
Diamo il giusto peso alle parole/definizioni e al loro significato.
L’ex cava di cui parla, in realtà, e tutti i pratesi che abbiano superato i quarant’anni lo sanno (lei signor sindaco sicuramente li ha superati) altro non è che una discarica di “monnezza” indifferenziata e di tutti i tipi, accumulata in quasi trent’anni di sversamento incontrollato, dal finire degli anni ’70 fino agli inizi degli anni ’90, quando i controlli in materia ambientale non erano certo quelli di oggi.
In quegli anni, in questa discarica hanno portato i propri rifiuti, remunerando la proprietà che oggi fa richiesta di concessione in deroga per la realizzazione di una RSA con annessa Casa Albergo per Anziani, i comuni di Prata, Pratola, Santa Paolina, Altavilla, Tufo, Montefusco, ecc. ecc. ecc., oltre a tanti privati che, nel dopo terremoto, l’hanno usata come discarica di materiali di risulta e tutt’oggi c’è un andirivieni di automezzi pesanti (se autorizzati non si sa) che sversano materiali …(?).
Su una cosa lei ha ragione: questa è una questione atavica.
La questione è atavica proprio perché nessuno, fino ad oggi, ha affrontato il problema per il verso giusto.
Tutti sapevano e sanno (anche lei!) che in quel sito è depositata una bomba ecologica di dimensioni spaventose: più di 100.000 metri cubi di rifiuti che continuano a rilasciare nel terreno un velenoso percolato che inquina, e continuerà ad inquinare, per secoli, il suolo e le falde acquifere circostanti.
Lei, che in qualità di sindaco è il primo responsabile della salute dei cittadini, provi a fare analizzare, ad esempio, l’acqua della “Fontana del Prete” e si faccia qualche domanda.
Lei, per risolvere il problema atavico, cosa fa? Autorizza ai piedi di questo monte della vergogna la realizzazione di un manufatto privato a scopo di lucro (non certo un’opera benefica per la pubblica utilità) di quattro piani per un totale di 7.265 mq e 25.000 mc., a fronte di un non meglio specificato, e presunto, obbligo di rinaturalizzazione della ex cava.
Per rinaturalizzazione cosa si intende? Che sarà cosparso un piccolo strato di terreno vegetale sull’immondizia e, casomai, piantato qualche albero da frutta, o magari facendo orti sociali?
Complimenti signor sindaco, insieme all’investitore, l’avete studiata bene!!!
Sarete stati pure bravi a nascondere tra le carte del PUC la giusta definizione di quella zona, definendola ex cava, ma la sostanza non cambia: quella è una ex cava adibita a discarica di rifiuti urbani e non solo…
La differenza tra “ex cava” e “discarica” è di fondamentale importanza.
Nelle “ex cave”, infatti, si può procedere alla bonifica con la rinaturalizzazione; per le “discariche”, invece, con l’adozione del PUC avrebbe dovuto prevedere una fascia di rispetto di 150 metri, all’interno della quale nessuna opera edilizia sarebbe stata possibile, ma soprattutto si sarebbe dovuto intimare alla proprietà di provvedere alla bonifica che, in questo caso, non può che essere attuata in un solo modo: rimuovere tutti i rifiuti accumulati negli anni e trasportarli in siti adeguati e autorizzati, ovviamente a spese di chi su quel terreno ha lucrato per trent’anni e più.
Per dare il senso di questa bonifica faraonica, oggi ci vorrebbero circa 3.000 viaggi di automezzi pesanti per il solo trasporto in aggiunta ai costi per la “rinaturalizzazione”.
Stiamo parlando di decine e decine di milioni di euro!!!
Quella che lei definisce “un’operazione positiva ed un’opportunità per Prata”, invece, per noi, ha tutto il sapore della beffa oltre al danno.
Non solo lei ha omesso di diffidare i proprietari della ex cava ed intimare loro di ristabilire lo stato dei luoghi con bonifica dell’area, ma addirittura, con l’aiuto dei suoi accoliti, sta cercando di nascondere la più grande vergogna del nostro paese sotto trenta centimetri di terreno fertile, guadagnando anche da quest’altra operazione.
Come dire: invece di riciclare i rifiuti, li mettiamo a frutto …
In tutta questa storia, non ci meravigliamo di lei, del vicesindaco, che dall’operazione guadagnerebbe una vista più piacevole dai balconi di casa sua, e degli altri “alzamano”.
Chi ci fa un poco “specie” è il consigliere Angelo Galdo che in 24 ore, giusto il tempo per il cenone e il pranzo di Natale, ha rimosso tutti i mal di pancia che si portava dietro da tre anni e ha buttato alle ortiche tutte le sue battaglie ambientaliste per la “Tutela della Valle del Sabato”, compreso “Boscobottazzo Pulito”.
Cosa avrà mangiato e bevuto Angioletto in quelle 24 ore?
Fare l’ambientalista un tanto al chilo e, soprattutto, fuori dall’orticello di casa propria è più conveniente se questo lo farà ridiventare organico (non è un aggettivo) alla maggioranza e, casomai, strappare una promessa per la sua promozione alle amministrative del 2026…
Un consiglio ci sentiamo di darvelo.
In autotutela, revocate la concessione in deroga. Insieme ad ASL, ARPAC e ogni altro ente preposto ai controlli, fate tutti gli accertamenti del caso per analizzare i materiali giacenti nella ex cava e mettete in atto tutti i provvedimenti per una eventuale bonifica del sito.
Noi siamo pronti ad allertare, con ogni forma, l’opinione pubblica e ogni altro ente preposto affinché questo pensiero scellerato possa mai trovare cantierabilità.
Pensate cosa succederebbe se qualche sindaco della “Terra dei Fuochi” immaginasse di bonificare una discarica abusiva di quella zona con il sistema concepito a Prata…
Con la speranza che il 2025 porti saggi consigli, buon anno a tutti.
